Meditazione preghiera contemplazione riti devozionali, pratiche Yoga, vie sciamaniche, altre attività di natura spirituale sono percorsi umani interiori, veri diamanti da trovare e riportare alla luce per illuminare le tenebre delle nostre caverne personali.
Il culto, i sacramenti, la liturgia, la contemplazione, i canti sacri, sono vie intense e potenti.
I testi delle grandi tradizioni religiose ed i libri spirituali ispirati sono strumenti di grande valore se li ritieni adatti a te. Cercali e sperimentane la lettura, fosse anche soltanto di frammenti.
Fatti sostenere dall’aiuto di un religioso/a, una guida spirituale preparata disponibile che ti ispiri se no lascia perdere, rivolgiti ad un gruppo di valore, va in un monastero, esplora ciò che ritieni più idoneo alla tua natura e a questo periodo della tua vita.
Prepara in casa uno spazio riservato alla preghiera alla meditazione oppure resta in un ambiente immerso nella natura, recati in un luogo sacro, una chiesa un tempio e insisto che ti ispiri e che tu senta adatto.
Si può sperimentare iniziando da brevi momenti per poi rendersi conto che merita dedicare ogni giorno periodi più lunghi e frequenti.
Silenzio preghiera e meditazione sono percorsi complementari, si integrano tra di loro e mai sono in contrasto.
Terra e Cielo sostengono chi si aiuta e chiede aiuto.
“Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto” disse il Cristo (Matteo 7, 7-11)
Non aspettarti risultati immediati, il mondo spirituale ha i suoi tempi: “vi sarà dato, troverete, vi sarà aperto” ma tu chiedi cerca bussa e non pretendere, non illuderti che tutto ti sia dato.
Ti verrà dato forse in parte o diversamente da ciò che chiedi.
Non fare affidamento soltanto su di te credendo che tutto dipenda da te ma neppure sii convinto che tutto dipenda solo da Dio dall’Universo dal destino o dal karma.
Serve il giusto equilibrio tra il tuo mondo interno, corpo e mente e il mondo spirituale a noi in gran parte sconosciuto ma di cui facciamo parte.
Come un animale non può avere conoscenza e coscienza di sé, così l’uomo non può avere coscienza di Dio e dei misteri del Cielo.
In un corpo dotato di intelligenza, siamo anima, spirito, Regno dei Cieli ma non ne abbiamo coscienza.
Di nuovo non vi è colpa alcuna di questo limite, è nella natura umana,
che ha però la facoltà di desiderare Dio e il Regno dei Cieli, di cercarlo celebrarlo ringraziarlo amarlo e non è cosa da poco.
Può credere, chiedere aiuto, trovare amore sollievo, affidarsi, praticare vie di devozione culto preghiera meditazione contemplazione.
Tutto ciò è virtuoso, rientra nei bisogni umani dandone valore e ne colma il vuoto esistenziale.
E il dono della “Grazia Divina” o del “Tutto Universale” che già SIAMO, pur non avendo coscienza di esserlo.
Man mano che si procede sul cammino spirituale, il credere lascia il posto al sentire, il sentire lascia il posto all’Essere.
Sono giunto all’Essere così com’è e non tento di dare alcuna spiegazione intellettuale o teologica.
La mente di superficie con i suoi IO cede il posto alla mente profonda e finalmente una intuizione sottile e intangibile ci sussurra che siamo parte del Regno dei Cieli.
Umani frammentati distratti superficiali piccoli, ma siamo parte del Regno dei Cieli.
Possa la Grazia vivere in noi, liberarci dalle catene delle identificazioni, far cadere le maschere dietro le quali ci nascondiamo, ci volesse la vita intera.
Siamo esseri divisivi e fragili, raccoglierci in silenzio in preghiera in meditazione aiuta a ricomporci a ricollegarci con noi stessi con chi ci circonda, con la Terra e con il Cielo.