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Sto creando le condizioni per un rapporto con la mia anima e con i mondi superiori dello Spirito, con il Regno dei Cieli di cui l’anima è parte?

Creare le condizioni per una relazione con mondi così diversi dal nostro richiede umiltà, interiorità, riservatezza, un lavoro d’amore costante ma allo stesso tempo leggero, gioioso che duri la vita intera.

Bisogna creare una strada, un passaggio negli strati della vita, negli anni vissuti, nel materiale umano non sottile, attraverso i quali l’anima possa comunicare.

Il silenzio, la preghiera, la meditazione, le pratiche di culto, l’amore verso sè, gli altri, il Cielo la Terra, la presenza nella natura, il rispetto per ogni forma di vita, la gratitudine, sprazzi di felicità o momenti di sofferenza di qualsiasi genere purché consapevoli (la sofferenza inconsapevole si disperde ed è inutile).

Viviamo spazi di pace interiore, pensieri e gesti amorevoli, utilizziamo i talenti, le virtù, le qualità che ci appartengono, portando con noi la consapevolezza della presenza dell’anima.

Stati di distrazione, di fretta, di agitazione, di emozioni e sentimenti pesanti, non ci consentono di alimentare la relazione con la nostra anima.

Viviamo buona parte della vita nel chiacchericcio continuo della mente di superficie, poco adatto alla relazione con l’anima e con i mondi superiori.

Tuttavia per non sprecare completamente questi  tempi di distrazione e utilizzarli al meglio, possiamo convertirli in parte portando di tanto in tanto l’attenzione all’anima, al nostro Angelo, alla nostra Guida spirituale, al mondo Celeste.

Ci abituiamo a convogliare i pensieri automatici e le nostre continue distrazioni sentendo la presenza della nostra anima.

E’ soltanto un pensiero tra i tanti purtuttavia diviene un filo conduttore con l’anima e con i mondi superiori.

Cerco di evitare che vi siano eccessive influenze esterne, distrazioni, credenze, regole di qualsiasi tipo.

Quando è possibile creo uno stato di non attività, di non sensazione/emozione, di non pensiero.

Attraverso il wu wei (vedi capitolo 21), la non azione e il silenzio, mi fermo per un momento e percorro una strada attraverso cui l’anima mi può parlare, può interagire, intervenire, essere presente in me.

Quando corpo, testa, cuore si trovano nello stato di quiete, di serenità, di presenza, sto creando le condizioni per costruire un cammino con l’anima, verso mondi superiori.

Attraverso questa strada io vado verso l’anima mentre lei viene verso di me, portando nella mia vita barlumi di consapevolezza e amore.